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La
lussazione della rotula (LR) |
ll Cavalier
King soffre di una condizione ereditaria
molto ricorrente: la lussazione della
rotula. Si crede che tra il 20% al 30% dei
Cavalier King Charles Spaniel sia colpito da
questa patologia. La lussazione della rotula
(LR) è un'affezione, riscontrata nel cane,
che si traduce con una posizione anormale
della rotula che è in posizione mediale o
laterale, fuori dalla troclea. La lussazione
può essere intermittente o permanente,
riducibile o meno, a seconda del grado di
gravità. Le condizioni genetiche che causano
la lussazione della rotula sono o un solco
poco profondo, o i legamenti deboli oppure
il disallineamento dei muscoli e dei
legamenti tra femore, rotula e tibia (osso
della gamba inferiore). |
Di cosa si
tratta
Per meglio comprendere le modificazioni
strutturali che porteranno alla
manifestazione dei tipici sintomi della
malattia, è bene cercare di capire come è
fatto e come funziona il ginocchio di un
cane sano.
Il ginocchio è composto da 3 ossa: |
• |
la
parte terminale del femore:
presenta una fossa, detta
troclea, nella quale scorre la
rotula nei movimenti di
flessione ed estensione della
gamba, mentre dietro a questa
troviamo i condili, cioè due
grosse formazioni ovoidali che
servono come appoggio sulla
tibia; |
• |
la
parte iniziale della tibia: si
articola con il femore, al quale
offre due ampie superfici di
appoggio, leggermente concave,
che prendono il nome di piatto
tibiale; sulla faccia craniale
presenta un’importante
protuberanza di forma allungata,
detta cresta tibiale, da cui ha
origine il legamento rotuleo; |
• |
la
rotula: di forma ovale, è
alloggiata nella troclea
femorale. Piuttosto appiattita,
presenta due facce, una dorsale
che guarda in avanti ed una
articolare che, rivestita di
cartilagine articolare, le
permette di scorrere nella
troclea femorale. E’ avvolta da
tessuto fibroso, che nella parte
superiore si continua con il
tendine del quadricipite
femorale (tendine rotuleo),
mentre all’apice inferiore dà
inizio al legamento patellare
che termina sulla già citata
cresta tibiale. |
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Le strutture
tendinee e quelle muscolari contribuiscono a
mantenere in sede la rotula. In tutto questo
complesso sistema, la rotula si trova
esattamente al centro.
Nel movimento la rotula scorre nella troclea
e funge da fulcro mobile per la leva che
permette alla contrazione del quadricipite
di estendere la gamba, mentre i legamenti
femoro-rotulei le consentono di non
scivolare lateralmente o medialmente. Il suo
movimento è quindi rigorosamente verticale,
verso l’alto quando il quadricipite si
contrae, verso il basso quando si rilascia e
l’arto si flette. Tutto questo in un
ginocchio sano.
Se questo meccanismo non funziona in maniera
corretta, la situazione inevitabilmente
degenererà: i crinali della rotula saranno
usurati, il suo solco diventerà meno
profondo e il Cavalier diventerà
progressivamente più zoppo. Inevitabilmente
insorgerà anche l 'artrite che si
coinvolgerà l’ articolazione, causando un
ginocchio gonfio con scarsa mobilità. |
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Sintomi e
trattamento
La lussazione potrà essere diagnosticata dal
veterinario con una semplice manipolazione,
non è necessaria la sedazione.Lo stesso
potrà provvedere alla classificazione della
LR. Tutti i cavalier adulti dovrebbero
essere visitati annualmente, mentre i
cuccioli dovrebbero essere controllati dal
veterinario a 6-8 settimane di età prima di
essere affidati ai nuovi proprietari.
I gradi di displasia sono quattro ed al
contrario di quanto accade nella displasia
dell’anca possono essere attribuiti da un
occhio esperto già dai primi mesi di vita e
non necessariamente al raggiungimento
dell’età adulta. |
• |
Primo grado (o leggera displasia
del ginocchio): lieve
disassamento fra la componente
muscolare e quella ossea, che
determina nel cane un’andatura
quasi sempre normale, interrotta
ogni tanto da un mancato
appoggio dell’arto. In quel
momento la rotula si è lussata,
per tornare in sede con
l’estensione completa dell’arto.
Clinicamente si evidenzia
facilità alla lussazione
manuale, con ritorno spontaneo
in sede appena si allenta la
pressione, mentre la cresta
tibiale risulta solo minimamente
deviata e la tibia leggermente
ruotata. I movimenti di
flessione ed estensione
avvengono ancora in linea retta. |
• |
Secondo grado (o media displasia
del ginocchio): il disassamento
più marcato fra ossa e muscoli
comporta una lussazione
frequente ed in alcuni casi
permanente, riducibile
manualmente pur ripresentandosi
immediatamente appena si allenta
la pressione sull’articolazione.
La cresta tibiale è
evidentemente deviata, così come
la tibia appare ruotata fino a
30 gradi. I cani con questo
grado di displasia tendono ad
utilizzare poco l’arto ed a
mantenerlo in leggera flessione,
con il ginocchio portato verso
l’esterno. Pur non essendo
particolarmente dolorosa, questa
forma di displasia determina, a
causa del continuo sfregamento
fra la rotula ed il labbro
mediale della troclea,
un’evidente erosione di
quest’ultimo, fatto da tenere in
considerazione in caso di
intervento chirurgico tardivo. |
• |
Terzo grado (o grave displasia
del ginocchio): la lussazione è
permanente, la tibia è ruotata
dai 30 ai 60 gradi e la cresta
tibiale è evidentemente deviata,
fino ad assumere la forma di una
vera e propria virgola; la
troclea appare poco profonda od
addirittura appiattita e la
rotula non è riportabile
manualmente in sede nemmeno con
l’animale profondamente sedato,
a causa del particolare
accorciamento del legamento
tibio-rotuleo mediale. Molti
soggetti riescono ancora ad
utilizzare l’arto in posizione
semiflessa, anche se
l’estensione è resa impossibile
dal fatto che la rotula si trova
medialmente alla troclea e
perciò non riesce ad assolvere
il suo compito di fulcro quando
il quadricipite si contrae. |
• |
Quarto grado (o gravissima
displasia del ginocchio):
l’articolazione non è più in
grado di funzionare in alcun
modo, visto che la tibia è
ruotata oltre i 60 gradi, la
cresta tibiale ne segue il
pessimo esempio e la troclea è
quasi sempre trasformata in un
semplice ingrossamento della
faccia anteriore del femore,
senza alcuna funzionalità. I
cani in queste condizioni non
utilizzano per niente l’arto,
che viene tenuto flesso e con il
ginocchio portato verso
l’esterno. Se la patologia è
bilaterale, l’animale è
costretto a trascinare il
posteriore nella già citata
posizione “a foca”. |
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La displasia
del ginocchio viene curata intervenendo
chirurgicamente ed il prima possibile,
affidandosi ad un buon ortopedico che
rimetterà in sesto il vostro cavalier e gli
garantirà una vita decisamente migliore di
quella che la genetica aveva deciso per lui. |
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Le
responsabilità
È altamente sconsigliato accoppiare cani con
questa patologia, i loro genitori o
fratelli.
A causa del forte legame ereditario, tutti i
Cavalier King Charles Spaniel riproduttori
devono essere esaminati da veterinari
qualificati almeno una volta all'anno. |
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È infatti
importante ricordare sempre che la displasia
del ginocchio è una patologia congenita ed
ereditaria: |
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congenita perché le
modificazioni che in seguito
porteranno il cane a manifestare
una sintomatologia sono già
presenti, seppur in minima
parte, già alla nascita e non
sono riconducibili a cause
traumatiche; |
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ereditaria perché la patologia,
se presente nei genitori, è
trasmissibile ai cuccioli. |
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Altre informazioni tratte da
http://www.difossombrone.it
LA LUSSAZIONE
MEDIALE DELLA ROTULA NEL CANE
Osservata di frequente nelle razze nane, la
lussazione mediale della rotula farebbe
parte delle 5 affezioni ereditarie più
comuni nel cane; tuttavia, il suo meccanismo
di trasmissione non è ancora stabilito con
sicurezza.
La lussazione mediale della rotula è
considerata nel cane una delle anomalie più
frequenti della grassella; è più spesso di
origine congenita che non traumatica, ma
esistono pochi lavori sperimentali che
permettono di precisare i fattori in causa e
la patogenesi di questa lussazione. La
conoscenza della sua fisiopatologia si basa
essenzialmente sulle ricerche effettuate
nell'uomo e negli animali da laboratorio,
con tutti i rischi associati
all'estrapolazione da una specie a un'altra.
DEFINIZIONE
La lussazione mediale della rotula (LMR) è
un'affezione, riscontrata nel cane, che si
traduce con una posizione anormale della
rotula che è in posizione mediale, fuori
dalla troclea. La lussazione può essere
intermittente o permanente, riducibile o
meno, a seconda del grado di gravità.
EPIDEMIOLOGIA RAZZE
La LMR è molto frequente nei cani
appartenenti a razze di piccola taglia:
Barbone, Yorkschire terrier, Chihuahua,
Pechinese, Pinscher.
Anche alcune razze di taglia media (Epagneul
breton) possono essere colpite da LMR: si
osserva che il 90% degli animali colpiti
pesa meno di 15 kg.
CARATTERE GENETICO
I sintomi della LMR compaiono molto
precocemente; possono essere assenti alla
nascita, ma le cause anatomiche e funzionali
responsabili sono già presenti: la LMR è
quindi considerata "congenita". Inoltre,
l'elevata frequenza della LMR riscontrata in
alcune razze fa sì che questa affezione
venga considerata "ereditaria": farebbe
parte delle 5 affezioni ereditarie più
importanti del cane. Il meccanismo di
trasmissione ereditario sarebbe di tipo
autosomico recessivo o poligenico. Dato che
lo studio mostra un rischio maggiore per le
femmine, sono state formulate diverse
ipotesi: un fattore ormonale, un carattere
legato al cromosoma X o, meno
verosimilmente, a un solo gene dominante
legato al cromosoma X.
STUDIO CLINICO
I segni clinici hanno un'intensità variabile
a seconda della gravità della lussazione e
del suo carattere mono- o bilaterale.
Gli animali debolmente colpiti camminano con
gli arti posteriori leggermente piegati,
dato che questa flessione si aggrava con la
gravità della lussazione.
La rotula può trovarsi nella sua posizione
anatomica, dato che raramente la lussazione
avviene con una riduzione spontanea al
momento dell'estensione; può anche essere
lussata in permanenza, con possibilità o
meno di riduzione, a seconda della gravità
del caso.
Le lesioni legamentose hanno un'intensità
variabile e interessano sia le strutture
muscolo-capsulolegamentose dell'apparato
estensore e della grassella, sia l'estremità
distale del femore e l'estremità prossimale
della tibia.
L'intensità variabile di queste lesioni
porta a classificare le LMR in 4 gradi di
gravità crescente. Fra
gli animali colpiti da LMR, si riscontrano 3
tipi dipazienti:
- i neonati e i cuccioli, che hanno
un'andatura anormale da quando cominciano a
camminare; presentano lesioni di grado III e
IV;
- i giovani adulti, colpiti da una
lussazione di grado II o III, che
manifestano zoppie intermittenti e che sono
portati alla visita dato che le zoppie si
aggravano;
- gli animali più vecchi, con una lussazione
di grado I o II, la cui zoppia, di comparsa
improvvisa, è dovuta a un danno a carico di
altre strutture articolari (legato al
cattivo funzionamento articolare) o
all'aggravamento di un dolore di un processo
artrosico.
DIAGNOSI CLINICA
La ricerca di una LMR si effettua esaminando
l'articolazione della grassella in
estensione.
Nei gradi I e II, se la rotula è al suo
posto si ottiene la sua lussazione
esercitando una pressione lateromediale; la
riduzione si ottiene quando si mette
l'articolazione in estensione, associando,
se necessario, una leggera rotazione esterna
della tibia.
In caso di LMR di grado III o IV, la rotula
lussata si reperisce mediante palpazione
medialmente alla troclea. in questo caso, la
riduzione, quando è possibile, è seguita
rapidamente da una nuova lussazione.
ESAME RADIOGRAFICO
Pur non essendo indispensabile per formulare
una diagnosi, l'esame radiografico permette
di valutare l'importanza delle deformazioni
ossee e l'intensità delle eventuali lesioni
degenerative: a questo scopo sono
sufficienti due lastre, una con un'incidenza
caudo-craniale, l'altra con un'incidenza
medio-laterale. La visione tangenziale del
femore distale, difficile da effettuare, non
è necessaria per valutare la profondità
della troclea, che può essere giudicata
attraverso la cute, con la rotula lussata,
durante l'esame clinico, e, in modo più
preciso, dopo apertura dell'articolazione.
TRATTAMENTO
La natura del trattamento da effettuare è
definita dai seguenti elementi:
1) lussazione intermittente o permanente,
riducibile o non riducibile;
2) riduzione stabile o lussazione
incoercibile;
3) posizione della tuberosità tibiale
rispetto all'asse osseo;
4) grado della rotazione interna della tibia
all'inizio della flessione;
5) profondità della troclea;
6) eventuali deformazioni del femore distale
e della tibia prossimale;
7) ampiezza del movimento di
flessione-estensione dell'articolazione
della grassella.
TECNICHE CHIRURGICHE
Le tecniche del trattamento delle LMR
riguardano sia gli elementi
capsulo-legamentosi, sia gli elementi ossei
dell'articolazione del ginocchio, e vengono
classificate a seconda dell'obiettivo che
cercano di raggiungere.
Gli studi retrospettivi riguardanti il
trattamento delle LMR permettono di trarre
alcune regole terapeutiche:
- in assenza di zoppia, le LMR di grado I
non devono obbligatoriamente essere operate,
ma è meglio tenere sotto controllo un
eventuale aggravamento;
- le LMR di grado IV, presenti in animali
adulti, sono associate a gravi lesioni; il
trattamento da adottare è indaginoso e
difficile e, nella maggior parte dei casi,
non permette di raggiungere un risultato
funzionale migliore di quello iniziale;
- in tutti gli altri casi, l'intervento
chirurgico deve essere effettuato il più
precocemente possibile: un animale che
presenta una LMR di grado IV deve essere
operato appena possibile, cioè appena
l'anestesia e le tecniche scelte sono
applicabili;
- l'analisi dei problemi funzionali e il
loro trattamento deve permettere di evitare
di applicare alla rotula eccessive
costrizioni, che porterebbero a un eccesso
di pressione sulla troclea, allo scopo di
mantenerla nella sua posizione fisiologica;
in caso contrario, il risultato ottenuto non
si mantiene nel tempo e questo insuccesso è
accompagnato dalla comparsa o
dall'aggravamento di lesioni degenerative di
tipo artrosico.
PROGNOSI FUNZIONALE
Il trattamento chirurgico applicato in caso
di LMR permette di ottenere buoni risultati
nei gradi I, II e III; in caso di LMR di
grado IV, con gravi deformazioni ossee e
soprattutto con un accorciamento del muscolo
quadricipite, la prognosi funzionale è più
incerta, ed è tanto più favorevole quanto
più l'intervento viene eseguito su un
animale giovane. La percentuale di buoni
risultati, in studi che associano controlli
clinici e radiografici, va dal 50 al 100%.
BIBLIOGRAFIA:
http://www.cavalierhealth.org/
http://www.difossombrone.it
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